16 luglio 2017
Domenica pomeriggio, ho ancora voglia di montagna. Dopo la fontanella ed il Panormo di domenica scorsa e la Nuda di ieri, decido di ripercorrere uno di quei percorsi da proporre in una prossima escursione con #AlburniTrekking. Attrezzato con carta, bussola, gps parto con l’encomiabile fiat Punto, alla volta del casone Ausuneto di Sant’Angelo a Fasanella. 18 km da Sicignano, prendo appunti, l’aria è fresca.. direi fredda, dopo tanto torrido caldo sembra inverosimile. I sentieri CAI 311, 301, e 302 li percorro a bordo della mia mancata 4×4. Costeggio la Grava del Fumo e la grotta di Frà Gentile senza fermarmi, ma un po’ più avanti leggo l’indicazione della Grotta dei Vitelli che è a soli 5 minuti da me. Lascio l’auto e seguo le indicazioni ben visibili, dopo 10 minuti mi ritrovo davanti ad un arco naturale in pietra che fa da anticamera alla prima grande stanza della grotta. Catalogata con Cp 253 mi trovo nell’ingresso di uno dei tanti “fori” degli Alburni. Una grotta che si estende per 1880 metri e che scende fino a 385 metri di profondità… fa paura solo a pensarci. Proseguo in auto lasciandomi sorprendere dallo spettacolo che la natura sa offrirmi. In quelle distese di faggi dove suoni e colori si fondono in un’immagine senza tempo, mi taglia la strada una famiglia di cinghiali, papà e mamma cinghiale seguiti da tre neri primogeniti e da 5 ultimi arrivati sul cui dorso chiaro un raggio di sole dipinge i colori del tramonto. Con calma senza scappare si inoltrano nella boscaglia, inutile il mio tentativo di immortalare quel momento. Resterà come molti altri un ricordo da tenere ben custodito. Più avanti m’imbatto nella Valle del Ciuccio e infine sbuco sotto il Panormo, al rifugio di Ottati. Da qui, passando da Sant’Angelo a Fasanella, un borgo che adoro, ritorno al casone Ausuneto, non prima di essermi soffermato alla Madonna della Montagna per dare uno sguardo da lontano su costa Palomba, dimora dell’Antece, simbolo degli Alburni.