Ho preso il dizionario degli aggettivi, per cercarne qualcuno che rappresentasse l’esperienza escursionistica di ieri. Un’immersione totale nella montagna con piedi, mani, occhi, naso e mente.. non c’è, non esiste. Un limite della parola, come tante volte accade anche per le immagini, non riescono lontanamente a raccontare cosa si è vissuto dal vivo… impossibile. Se si vuole assaporare il senso di libertà, di spiritualità, i silenzi, la forza della natura, la paura, la sfida, gli odori, i colori, l’emozione… che si vivono andando in montagna, non si può che fare una sola cosa.. bisogna andarci. .. e poi noi ieri siamo stati dei privilegiati, abbiamo osato e abbiamo fatto una conquista. Non abbiamo conquistato la montagna, quella non la conquisti mai, ma un’esperienza intensa che segna e che sarà parte di te per sempre, un’esperienza forte che ti fa sentire completamente vivo. Tutto questo è successo sugli Alburni, ed anche per questa montagna non si trovano gli aggettivi giusti.. non esistono, se vuoi sapere ci devi andare. Una montagna che regala panorami unici, che mette alla prova il coraggio e l’abilità, che ti fa sentire grande e piccolo allo stesso momento. La forza e l’unicità degli Alburni si leggono già nel nome. Un plurale per indicare una sola montagna. Mi sono chiesto spesso il perché, e mi piace pensare che questa forzatura grammaticale fosse necessaria per indirizzare l’attenzione sulla giusta chiave di lettura. Gli Alburni, la montagna dalle tante anime.