L’escursione di ieri ci ha visti impegnati, come anticipato nella proposta escursionistica, in uno dei percorsi più intensi degli Alburni: faticoso ed emozionante. Per problemi tecnici non siamo saliti sul Monte della Nuda ma il Monte Urto (1661m slm) non ha tradito la sua promessa. Arrampicarsi sull’Urto è stato quel viaggio nell’inconscio, esattamente come avevamo indicato. Ascendere su questa vertiginosa cima ha suscitato diverse reazioni e ciascuno ha reagito secondo la propria equazione personale, ed è così che è venuta a galla la paura, il coraggio, lo sconforto, la grinta, l’orgoglio ma per fortuna non c’è stata la resa, è questa la nostra vera conquista, è questa la scommessa che Alburni Trekking ha vinto! Abbiamo attaccato l’Urto da est, percorrendo le pareti rocciose che conducono alla maestosa Grotta del Monte Urto, una delle tante meraviglie degli Alburni. Una cavità che spaventa per le sue dimensioni, più di 30 metri di altezza, oltre 40 metri di larghezza e più di 10 metri di profondità. Ci siamo avvicinati ad essa con timore, perché sembra davvero la dimora di un ciclope. Da qui proseguendo ad ovest ci siamo imbattuti nel tratto roccioso più arduo da superare che ha visto i più ardimentosi scalare con mani e piedi le bianche rocce che portano in cima e da cui si schiudono quegli incantevoli panorami senza tempo… Promessa mantenuta! Sento di dover ringraziare tutti i partecipanti, tutti venuti da lontano. In particolare voglio ringraziare il prof che ha dato dimostrazione di tenacia e coraggio a 75 anni suonati, Roberto per i preziosi insegnamenti botanici, il giovanissimo Domenico 14enne che non si è lasciato intimidire né dagli adulti né dalla Montagna e infine ringrazio le due new entry Valeria e Maria che ci hanno dato lezione di leggerezza e serenità, sorridenti dal primo all’ultimo passo hanno arricchito questo giorno come mai ce lo saremmo aspettato.