La Serra di Sicignano, tre cocuzzoli adesi e apparentemente insignificanti. La cima più alta raggiunge una quota irrisoria, poco meno di 900 metri di altezza. A portata di occhio e di mano, scompare di fronte alle spettacolari pareti degli Alburni, eppure la Serra è un luogo profondamente spirituale, che regala intense emozioni. Per raggiungerla è facile, si arriva a Sicignano degli Alburni, si parcheggia l’auto in p.zza mons. F. Mandia , uno sguardo all’opera scultorea del fante vittorioso, un sorso d’acqua fredda alla fontana monumentale, una visita alla misteriosa statua della madonna dei serroni, nella sua bella cappella medioevale (anno 1188) e ci si avvia per il sentiero (via chianedde) che costeggia un’altra perla di Sicignano, il lavatoio. Da qui in 5 minuti siamo sul monolite più famoso degli Alburni: la pietra del diavolo, un posto di osservazione suggestivo che dà su quel di Galdo (frazione di Sicignano) e mostra da una insolita prospettiva il prezioso maniero a guardia dell’intero comune. Passaggi nella natura tra corsi d’acqua, ruscelli e cascate, e si giunge sul primo cocuzzolo, da qui si osserva il paese nel suo sviluppo da sud a nord e la morfologia del suo terreno. Sul secondo cocuzzolo, più che sul primo, si ha uno sguardo di insieme delle Nares Lucanae e la via Popilia o Regia, gli Alburni da qui appaiono maestosi come mai, si notano come cicatrici, i molti canali che dalla cima scendono a valle. Infine sull’ultimo cocuzzolo, in tutta la loro maestosità si osservano misteriosi ed enormi monoliti calcarei. Non si capisce come siano finiti lì, ma di certo rendono suggestivo più che mai un paesaggio emozionante con una forte componente spirituale.